Imposta di donazione, ecco tutte le informazioni per sapere chi deve pagarla e quali sono i criteri che vengono seguiti in base alle aliquote fiscali

L’imposta sulle donazioni, così come quella sulle successioni, è un argomento molto delicato che molto spesso viene trattato da politici e non proprio per la loro complessità. Nel primo caso però, quando si ricevono somme di denaro o un immobile, è fondamentale prestare la massima attenzione sue due importanti aspetti: l’importo della donazione e il grado di parentela tra chi dona e chi riceve la donazione.

Due piccole regole che, se seguite pedissequamente, possono consentire di evitare dei problemi con il fisco. Parametri fondamentali, su cui basarsi sempre per non commettere errori che in passato hanno lasciato il segno e su cui ancora oggi si dibatte.

Cos’è l’imposta di donazione

Ma cos’è una donazione? Essa non è altro che una sorta di disposizione testamentaria dove il titolare del patrimonio intende disporne per il futuro, anticipandone gli effetti ad un momento anteriore all’apertura della successione. Come è definito dell’art. 799 c.c., le donazioni si caratterizzano per lo spirito di liberalità, arricchendo un’altra persona attraverso l’acquisizione di un immobile o di denaro.

A pena di nullità, gli atti di donazione hanno il dovere di essere sempre stipulati in forma di atto pubblico e fatti registrare entro il termine di 30 giorni dal rogito con il pagamento dell’imposta sulle donazioni. Nel caso in cui la donazione riguardasse un immobile o un diritto reale immobiliare, sono dovute anche le imposte ipotecaria e catastale.

Quando si paga l’imposta di donazione?

L’imposta sulle donazioni deve essere pagata entro il termine di 180 giorni dalla data in cui si è verificata la donazione. È fondamentale seguire le scadenze fiscali per evitare eventuali sanzioni o interessi di mora.

Altrettanto importante è ricordarsi che la dichiarazione di donazione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate e che il pagamento dell’imposta può essere effettuato presso gli uffici postali o tramite bonifico bancario. È consigliabile, inoltre, consultare un professionista fiscale o rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate per ottenere informazioni specifiche sulla propria situazione e per verificare eventuali cambiamenti normativi.

Quanto costa donare 100.000 euro?

Una donazione, che sia di un immobile o in denaro, è quasi sempre una dimostrazione di affetto da parte di un’altra persona. In altri casi, è un modo per sensibilizzare la ricerca o la società verso un qualcosa di nuovo o di importante. Ma quando la donazione riguarda cifre importanti come cento mila euro, qual è l’imposta da pagare? Ciò dipende principalmente dai soggetti coinvolti in questo tipo di transazione.

Ad esempio, se la donazione avviene tra fratelli o tra parenti fino al quarto grado, l’aliquota potrebbe essere del 6% per i primi 100.000 euro e dell’8% per la parte eccedente i 100.000 euro. Se invece riguarda coniugi o parenti in linea retta (figli, genitori, nonni, ecc.), in questo caso l’aliquota è 6% per i primi 100.000 euro e del 9% per la parte eccedente.

Discorso leggermente diverso viene fatto invece per enti pubblici, istituzioni religiose e ecc, dove invece, per una donazione con il suddetto importo, l’aliquota è sempre dell’8%. Insomma, tutto varia sempre in base al grado di parentela tra donante e beneficiario. In base a tale informazione, si può comprendere appieno quale potrebbe essere l’aliquota esatta che va applicata per la donazione effettuata precedentemente dal donante.

Quanto viene tassata una donazione?

In tutto questo, sorge ovviamente spontanea una domanda: quanto viene tassata una donazione? In Italia l’imposta sulla suddetta dipende da due fattori: dal grado di parentela tra il donatore e il beneficiario, e dall’importo donato. Inoltre, in alcuni casi le aliquote possono cambiare a seconda delle regioni.

Naturalmente, visto che aliquote ed esenzioni possono subire modifiche e variazioni, è sempre consigliabile consultare le normative fiscali più recenti o chiedere assistenza ad un professionista fiscale per ottenere un esempio di calcolo dell’imposta di donazione di un immobile o altro bene e non cadere in errore.

Di seguito una tabella dell’imposta di donazione che può riassumere efficacemente i criteri di calcolo:

Soggetti

Franchigia

Aliquota

Coniuge e familiari in linea diretta, come genitori e figli (anche naturali), i loro ascendenti e discendenti, gli adottanti e gli adottati, gli affiliati e gli affiliati.

€ 1.000.000

4%

Fratelli e sorelle

€ 100.000

6%

Altri parenti fino al quarto grado, parenti acquisiti in linea diretta e parenti acquisiti in linea collaterale fino al terzo grado.

6%

Altri soggetti

8%

Individui con disabilità

€ 1.500.000

Percentuali al 4%, 6% o 8%, a seconda del grado di parentela.

Chi deve pagare l’imposta di donazione?

La suddetta imposta è a carico del beneficiario della donazione, cioè della persona che riceve la proprietà o i beni donati. Tuttavia, il donante, ovvero colui che effettua la donazione, è responsabile per la dichiarazione della donazione e il pagamento delle relative imposte presso l’Agenzia delle Entrate.

Quindi, il processo di pagamento dell’imposta di donazione coinvolge principalmente il donante, che deve dichiarare la donazione alle autorità fiscali e assolvere agli obblighi fiscali connessi.

A tale proposito, anche l’imposta di donazione deve essere saldata entro termini stabiliti, pena il rischio di incorrere in sanzioni con aliquote variabili tra il tra il 120% ed il 240% dell’imposta dovuta.

Successivamente, toccherà al beneficiario pagare l’imposta per quanto ricevuto a seconda del rapporto esistente tra i soggetti coinvolti nel contratto di donazione.

In questo caso, è fondamentale ricordarsi che sono previste aliquote diverse ed eventuali franchigie, che rendono tassabili le donazioni per la parte eccedente il loro valore.

Chi è esente dal pagamento delle imposte di donazione?

Ci sono soggetti esentati dalle imposte sulle donazioni? La risposta è si e tali soggetti hanno l’obbligo di svolgere determinate funzioni per la società, grazie alle quali è permesso godere di questo beneficio.

Come riportato dall’Agenzia delle Entrate, coloro che sono esenti dal pagare l’imposta sulle donazioni sono i seguenti:

  • enti pubblici;
  • fondazioni o associazioni legalmente riconosciute che abbiano come scopo esclusivo l’assistenza, lo studio, ricerca scientifica od altre finalità di pubblica utilità;
  • Onlus e fondazioni bancarie.

Insomma, un gruppo limitato che ha una finalità ben precisa nella società italiana e che, tolta quella, non avrebbe più tale beneficio fiscale.

Fonte – idealista.it