Press Area

TFT Building Management

La passione prima di tutto.
La passione e l’amore per gli immobili d’eccezione anima da anni l’attivita’ di Tancredi Filippo Trifiro’.
Una gestione sapiente e personalizzata che riconosce su tutto il primato del rapporto umano.
di Stefano Rollo per “Solo Case”

Nel panorama del mercato immobiliare di prestigio uno dei marchi piu’ conosciuti e’ sicuramente la TFT di Tancredi Filippo Trifiro’, una societa’ nata circa 25 anni fa e che nel tempo e’ andata sempre piu’ affermandosi. Un marchio forte e molto presente, il cui successo, piu’ che alla pubblicita’, e’ dovuto al passaparola dei clienti soddisfatti. D’altronde questa sembra essere la cifra distintiva di Tancredi Trifiro': una grande attenzione agli aspetti piu’ umani della propria professione.
Trifiro’ e’ un uomo giovane, sulla cinquantina, elegante e cordiale, appena cominciamo l’intervista, dichiara subito di non amare gli eccessi di formalita’ e aggiunge: “sono stato fortunato, adoro cio’ che faccio e amo le case, l’acquisto piu’ importante che una persona possa fare.”
I segni di questa passione sono percepibili un po’ ovunque, sia nel suo studio dove si osservano stampe di “roma sparita” alle pareti, modellini di case sparsi per l’ufficio, sia nel modo un po’ particolare di trascorrere parte del proprio tempo libero sfogliando ogni tipo di rivista del settore, viaggiando nei week-end alla ricerca della “casa ideale”; dichiara: “… ora pero’ mi sono calmato per trovare piu’ tempo libero per me stesso, resto comunque un “uomo da marciapiede” che ama lavorare all’aperto e a stretto contatto con le problematiche delle singole persone.

Come e quando ha cominciato?

Ho cominciato circa quindici anni fa. Ho ripreso quella che per mio padre era una passione: acquistava case, le ristrutturava e poi le rivendeva. A 24 anni ho deciso di intraprendere questo cammino e in pochi anni ho fondato la TFT. Poi la comune passione per le “belle case” mi ha fatto conoscere la mia socia: Paola Tini Zaccardi, una donna elegante e raffinata che già dal 1980 seguiva una vasta ed esigente clientela. Insieme ci siamo ampliati mantenendo una dimensione che ci permette di “coccolare” i nostri clienti e di far si che le “loro case” siano le “nostre case”. Oggi trattiamo immobili di grande prestigio in tutta Italia e anche all’estero.

Qual’è il segreto di questo successo?

Ho sempre puntato tutto su un discorso etico, prima che commerciale, e questo mi ha ripagato. E’ la soddisfazione delle persone che ho incontrato ad avermi aperto sempre nuove strade. La linea di condotta è quella di immedesimarsi nell’interlocutore, cercare di comprendere le esigenze, prediligere il lato umano e personale, tenendo sempre a mente che nel difficile mondo in cui viviamo oggi, ciò che ancora conta sono i valori semplici. Ed è per questo motivo che vogliamo rimanere ciò che siamo senza creare una rete di agenzie, per non perdere il contatto umano con la clientela, gestendo tutto noi dalla A alla Z.

Parliamo dunque di come è organizzata l’attività della TFT.

La nostra società ha sede qui a Roma. Siamo un gruppo di dodici persone a cui io stesso ho sempre cercato di trasmettere i miei principi. Operiamo soprattutto nel Centro Italia e a Roma, ma abbiamo poi dei corrispondenti su tutto il territorio nazionale ed anche all’estero. A livello nazionale siamo conosciuti tramite le nostre campagne pubblicitarie e grazie al ritorno di immagine dei nostri clienti. Per quanto riguarda l’offerta, abbiamo circa 250 immobili in gestione diretta. Trattiamo immobili di prestigio: case, ville, casali, fabbricati commerciali e impianti alberghieri, per una clientela di alto livello. Per “immobili di prestigio” si intendono quegli immobili di alta rappresentanza che hanno quel qualcosa in più: un impianto architettonico d’eccezione, un’ottima vista o una posizione particolare. Chiaramente “paese che vai, usanze che trovi”: i termini di confronto possono essere diversi, per un europeo, anche un piccolo appartamento al centro con una particolare caratteristica può essere un immobile di prestigio, mentre il modello di riferimento per un statunitense spesso è la villa dal valore di diversi milioni di dollari. E’ una questione di stili di vita. La nostra attività attualmente si appoggia anche ai servizi forniti da Internet. Abbiamo un sito che stiamo potenziando per tenere il passo con i cambiamenti dettati dalla globalizzazione e dalla New Economy.

Come è strutturata la vostra attività all’estero?

Tramite una rete di contatti con importanti agenzie immobiliari con le quali abbiamo un reciproco scambio di clientela. Tutto ciò ha contribuito ad allargare soprattutto la fascia di utenti esteri che acquista in Italia poichè il cliente straniero è culturalmente abituato alla ricerca di mercato a distanza, affidandosi a rete di consulenti con la quale operiamo. L’acquirente straniero è di norma una persona affermata professionalmente, al vertice della sua carriera, desideroso di una nuova dimensione esistenziale, alla ricerca di un casale immerso nel verdeggiante paesaggio italiano, o di una casa inseritanella magica atmosfera di una città d’arte. Altrimenti è una persona che viaggia per lavoro ed ha bisogno di una residenza di alta rappresentanza. Attualmente all’estero gestiamo la vendita di immobili in Kenya, alle Barbados e all’isola di Cavallò, tuttavia siamo specializzati sul nostro territorio, che è quello che conosciamo a perfezione.

Quali sono le operazioni di cui va più fiero?

Non saprei cosa rispondere, forse quella che ricordo con maggior soddisfazione è l’operazione che intrapresi per la residenza trovata all’Arch. Franco Pesci e alla signora Virna Lisi, ricevendo con mia grande soddisfazione, numerose congratulazioni dalle varie parti.

Cosa significa per lei una bella casa?

Se una casa è ben concepita, non posso non rimanere affascinato, anche 50mq in un bel palazzo con una bella vista o immerso nel verde, può essere definito immobile di qualità. Una casa è anche un investimento sicuro per il futuro ma non solo, è il luogo dove custodire i propri affetti. Non è poco in un mondo che bada sempre più all’arrivismo e al consumismo.