«Tutti i Paesi europei sono impegnati ad affrontare la grande sfida del Green New Deal che richiede la ristrutturazione di circa 35 milioni di building entro il 2030. Il Pnrr italiano ha tenuto conto di questa esigenza, destinando risorse significative a questo tipo di interventi, dobbiamo ora concentrarci nella messa a terra dei progetti». Lo ha detto la presidente di Assoimmobiliare, Silvia Maria Rovere, intervenendo alla conferenza annuale del REInnovation Lab, programma di ricerca e formazione promosso da Confindustria Assoimmobiliare e SDA Bocconi School of Management.

«Per completare il quadro della trasformazione in atto – ha spiegato ancora Rovere – non dobbiamo dimenticare che anche la finanza, non solo la costruzione degli immobili, guarda sempre di più ai temi Esg, e tutto il sistema bancario sarà impattato dalla consapevolezza che finanziare un building che ha elevati contenuti di sostenibilità deve comportare una significativa riduzione del rischio allocato».

Gli indici

Nel corso della conferenza, i co-direttori di REInnovation Lab, Andrea Beltratti e Alessia Bezzecchi, hanno presentato i risultati dell’attività di ricerca del Lab, che si sono sviluppati su due direttrici principali: da un lato, la costituzione di una piattaforma per consentire lo scambio in sicurezza di dati relativi alle transazioni di commercial real estate da parte delle aziende partner del Lab e, dall’altro, l’elaborazione di un sustainability index per calcolare quanto le determinanti social, green e innovation technology impattino sul valore di un bene immobiliare.
La scomposizione del global value added del real estate evidenzia tre elementi nuovi dal punto di vista della ricerca: il Social Health – salute e benessere impatta più del 12% sulla crescita di valore dei prezzi relativi del commercial real estate, mentre la variabile Green – Città e comunità sostenibili ha un impatto positivo di quasi il 6%. Interessanti i risultati per la variabile Green – Climate change risk: una provincia che ha una sensibilità al rischio climatico superiore alla media di # 2 standard deviation ha un impatto sui prezzi relativi di – 2,7 per cento.
La dimensione Value Added si articola, poi, in due variabili. La Value Added – Corporate Strategy evidenzia che le aziende che presentano base produttiva concentrata in Italia e orientamento al mercato internazionale hanno un impatto molto positivo (12%) sul valore immobiliare delle location in cui operano e superiore alle aziende che hanno perseguito strategie alternative. Value Added – Lavoro dignitoso e crescita economica impatta oltre il 5% sui prezzi relativi del Commercial Real Estate.

In generale la dinamica del ESG/Sustainability Index – considerando l’effetto composto delle dimensioni Value Added, Social, Green, Innovation & Technology – evidenzia un indice di sostenibilità che «pesa» complessivamente oltre il 60% sul valore immobiliare del Commercial Real Estate.
Nell’ambito delle attività svolte da REInnovation Lab, sono state presentate due importanti novità; il lancio di REIstat, la piattaforma del REInnovation Lab che recepirà i dati sul Commercial Real Estate relativi a transazioni, valutazioni e locazioni e l’istituzione del “Sustainable Real Estate Investing Award” che verrà assegnato all’operazione immobiliare più sostenibile secondo i driver di misurazione del REIstat.

Il dibattito

Ma l’evento è stato anche l’occasione per riflettere, da parte degli operatori, sul futuro del Real Estate.
«Per uscire dalla polarizzazione Roma-Milano – ha spiegato Salvatore Ciccarello amministratore delegato Cattolica Immobiliare – fattori come gli investimenti nell’alta velocità, che connette città satellite alle grandi aree metropolitane, ma anche investimenti nei porti e nei servizi portuali e aeroportuali sono in grado di generare le condizioni perché progetti immobiliari e investitori si sviluppino anche al di fuori delle sole rotte metropolitane».

«Gli investitori guardano sempre più a investimenti etici – ha detto Stephen Coticoni ceo di Bnp Paribas Real Estate Advisory Italy –. Ma se una volta si faceva l’infrastruttura a prescindere, oggi si è attenti, da un lato, all’utilizzatore e, dall’altro, al ritorno dell’investimento. Ad esempio, se costruisco una pista ciclabile, il valore non è solo quello dell’infrastruttura in sè, ma anche quello che può nascervi attorno (da punti ristoro e di intrattenimento a colonnine elettriche per la ricarica).

«L’asset, che è sempre più ibrido – ha spiegato Lia Turri Partner PWC Italia, Real Estate Leader – parte da 4 mura ma il suo valore e la sua redditività sono composti dai servizi che offre, sia in termini tecnologici che fisici. Se prima, per il proprietario, il tenant era semplicemente il “pagatore”, oggi è un soggetto con esigenze e necessità specifiche, cui il proprietario deve saper dare delle risposte. E se deve attrarre un nuovo tenant, deve sapergli offrire un “pacchetto completo di servizi”, non solo un building»

«Meno spazi individuali e più spazi collettivi. Il driver principale dell’immobiliare sarà quello di sapersi trasformare – ha detto Joachim Sandberg Head of Italy Cushman & Wakefield –. per avere la capacità di generare valore costante nel tempo».

«Avete l’età perfetta per non avere paura di sbagliare – ha concluso Giuseppe Amitrano ceo di GVA Redilco & Sigest rivolgendosi agli studenti che hanno concluso il master in Real Estate dell’Università Bocconi –. Oggi molti dati e conoscenze sono a disposizione ma chi avrà più “sete” di conoscere il mondo, saprà anche cogliere le migliori opportunità».

Fonte Laura Cavestri – ilsole24ore.com

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