Un appello al Governo a salvaguardare le imprese e le famiglie che svolgono l’indispensabile funzione economica e sociale dell’affitto.

E’ quello che giunge da Confedilizia, la Confederazione della proprietà 
immobiliare, e da Aspesi, che nel sistema Confedilizia rappresenta il settore delle società di investimento
immobiliare.

“Con la pubblicazione in Gazzetta del decreto liquidità, un altro tassello si è aggiunto nel sostegno alle attività di impresa, tale da rappresentare – attraverso la garanzia dello Stato ai finanziamenti bancari – un ausilio rilevante, fra l’altro, per il pagamento dei canoni di locazione da parte delle imprese. In precedenza, con il decreto Cura Italia, un’ampia platea di operatori aveva ottenuto uno specifico supporto costituito dal credito di imposta pari al 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione relativo al mese di marzo in favore dei conduttori di locali commerciali rientranti nella categoria catastale C/1″, spiegano le due associazioni, sottolineando, però, che “si può fare di più nell’interesse di entrambe le parti dei contratti e dell’intera economia, senza esborso di denaro pubblico”.

Per cui Confedilizia e Aspesi propongono: estendere il credito d’imposta di cui al “Cura Italia” per gli utilizzatori di immobili colpiti dalla chiusura forzata (ora limitato ai negozi) a tutte le asset class non residenziali, sempre a condizione dell’avvenuto pagamento del canone; attribuire tale credito d’imposta alle proprietà, qualora i conduttori non abbiano invece corrisposto nei termini il canone; estendere l’applicazione della norma, ora limitata alla mensilità di marzo, anche al mese di aprile.

fonte: monitorimmobiliare.it